DOZZA

Le terre di Romagna nel Rinascimento trovano la loro più alta rappresentazione nelle opere di Marco Palmezzano (Forlì, 1459-1539), “caro alievo” del Melozzo e maestro della visione prospettica. I suoi dipinti affascinano per la pittura ad olio smaltata e compatta e per gli scenografici sfondi in cui protagonista è il paesaggio delle vallate forlivesi, con le sue rocche ed i suoi campanili.

A Forlì, il complesso museale del San Domenico ospita ben quattordici sue opere, tra cui primeggia la pala d’altare dell’Annunciazione, dove all’interno di una navata a volte su colonne di breccia aperta su un luminoso e animato paesaggio, ha luogo l’incontro tra l’Arcangelo Gabriele e la Vergine. All’interno dell’Abbazia di San Mercuriale tra le tre opere di Palmezzano presenti, affascinano le grandi pale de L’Immacolata con il Padre Eterno e i santi Anselmo, Agostino e Stefano e La Madonna col Bambino e i santi.

Altre opere del Palmezzano sono presso la Chiesa di San Antonio Abate in Ravaldino, la cattedrale di Santa Croce, la Chiesa di San Biagio e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Marco Palmezzano e la Romagna

Ma è molta parte del territorio romagnolo ad ospitare la grandi opera del Palmezzano. Altri suoi capolavori sono a Forlimpopoli presso la Chiesa di Santa Maria dei Servi, a Castrocaro Terme nella Chiesa dei Santi Niccolò e Francesco, a Brisighella nella Collegiata dei santi Michele e Giovanni Battista e nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Dozza Imolese nella Chiesa di Santa Maria Assunta, a Faenza nella Pinacoteca Civica.